Attenzione questa è solo la cronistoria della ciclabile; per descrizioni e planimetrie fare clic sui link a destra. | Vega → Venezia
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Pagina di aggiornamenti sulla ciclabile per Venezia che, inaugurata nel settembre 2017, è rimasta in funzione solo pochi mesi dopo per essere brutalmente interrotta da parte delle ferrovie (RFI) nel 2018 con la costruzione di un muro che ha chiuso l'accesso dalla rotonda di via Torino al Vega e costretto a una brutta deviazione fino a un brutto sottopassaggio della stazione di Porto Marghera che si concludeva con una scaletta per risalire alla via Paganello. Ma al peggio non ci sono limiti e nel 2021 anche questa scaletta è stata demolita e i ciclisti costretti a portarsi la bici per una stretta scala fino al marciapiede n. 4 per poi scendere sulla via Paganello dove è in costruzione una corsia ciclabile. Finalmente un'\ulteriore forca caudina con la demolizione della rampa verso il Vega e un'altra rampa di scale. Peggio di così è difficile scendere, si spera che i lavori finiscano prima o poi con l'apertura del nuovo sottopassaggio che dovrebbe essere, non so in quale misura, anche ciclabile.
Chi arriva a Venezia in bici deve essere poi informato che dal 2017 il comune di Venezia proibisce l'accesso delle bici nel centro storico di Venezia anche se condotte a mano, con un discutibile provvedimento, al quale dedico una pagina a parte.
Dicembre 2023
Seconda buona notizia da Porto Marghera: giovedì scorso arrivato davanti a Fincantieri ho avuto la piacevole sorpresa di trovare la via delle Industrie lungo la Fincantieri, già riasfaltata a nuovo nelle settimane scorse divisa in due corsie da robusti blocchi di cemento, a destra come prolungamento del marciapiede e quindi d'ora in poi corsia ciclopedonale a sinistra un po' più larga per i mezzi a motore, come quello che si vede nella foto, incontro ravvicinato poco rassicurante per il ciclista, ora ci protegge il muretto di cemento. Finalmente una ciclabile a doppio senso larga a sufficienza per il transito dei ciclisti (e dei pedoni), fondamentale per il ritorno (o venuta) a Venezia che finora era qui quanto mai problematico, essendo la via a senso unico.
Giovedì scorso c'erano ancora alcuni operai che stavano posando i blocchetti di cemento con un braccio meccanico, sabato la corsia finiva poco prima del passaggio a livello, che resterà come principale ostacolo su questo itinerario, a volte nei giorni lavorativi vi transitano a passo d'uomo lunghissimi treni di carri merci, che bloccano il passaggio per parecchi minuti. Oltre il passaggio a livello sono già realizzate corsie ciclabili su quasi tutto il percorso, ancora chiusi dai soliti nastri bianchi e rossi. Si spera che siano pronte presto, e quando lo saranno ci sarà finalmente un percorso ciclabile completo dalla Venezia storica alla riviera del Brenta, che è indubbiamente il modo migliore e più spettacolare per arrivare a Venezia in bici.
Dicembre 2023 Una buona notizia arriva da Porto Marghera, quella parte del comune di Venezia, fin qui tristemente nota per le raffinerie, e gli stabilimenti industriali, e l'inquinamento da raffinerie e da fosfogessi. Nel giro di pochi giorni è stata realizzata la prima di una serie di piste ciclabili che finalmente permetteranno di raggiungere Marghera dalla Venezia storica in sicurezza.
Questo primo segmento corre sul vecchio marciapiede lungo gli edifici del Vega, e via delle Industrie, rimesso a nuovo e sul quale è stata tracciata la pista, verniciata di un rosso che ricorda le piste ciclabili della periferia di Amsteram: larghe, fondo in ottimo stato ben connesse tra di loro. Ora venendo da Venezia e arrivati in fondo alla ciclabile lungo via dell'Elettrotecnica e la ferrovia industriale del porto, conviene svoltare a sinistra per via Pacinotti lungo l'enorme palazzo Venezia Expo fino alla rotonda, subito prima della quale si traversa sulle strisce e si imbocca la nuova ciclabile visibilissima grazie al colore vivace, che ci porta fino alla nuova rotonda bassa davanti all'ingresso della Fincantieri. Da qui finora il ciclista era costretto a correre lungo la via delle Industrie, tra ferrovia e Fincantieri perennemente (tranne il week end) ridotta a un budello tra auto parcheggiate e traffico motoristico, una brutta compagnia senza alcuna protezione.
Luglio 2023 Finalmente aperto al transito il cavalcavia noto come della Macroisola. Dalla rotonda di via Torino non c'è più la pista ciclabile a sinistra, fu chiusa nel 2018 e chiusa resta. Si sale invece pedalando sul margine a destra della strada, fino alla rotonda alta sul cavalcavia, dalla quale si scende su quella davanti alla Fincantieri dalla quale si può passare nella zona del Vega ritrovando la ciclabile per Venezia. Per ora il traffico è minimo e la pendenza non troppo impegnativa, quindi un'alternativa sicuramente preferibile alle scale del sottopassaggio di Porto Marghera.
A destra foto dalla parte della rotonda di via Torino. Sulla sinistra la ciclabile esistente, sbarrata all'inizio e peraltro chiusa anche alla fine da un guard-rail. Ho notato che è stata ripulita dagli arbusti, forse il segno che si intende recuperarla in qualche modo. Dalla rotonda alta si può anche scendere verso sinistra direttamente sulla SR 11 per poi tornare sulla ciclabile per Venezia. Non molto amichevole per il ciclista anche per il transito di autobus urbani su una corsia che è più stretta di quella che esisteva sull'altro lato della SR11.
Maggio 2023 Il cavalcavia offrirebbe una valida alternativa al sottopasso, ma a differenza di quanto veniva promesso nel piano paesaggistico, che prometteva passaggi ciclopedonali, è stato realizzato secondo una rigida visione che direi di ferreo suprematismo auto-motoristico. La corsia ciclabile da via Torino è stata decapitata e ora finisce contro un guard-rail, vedi foto a lato, tanto per evitare che qualche ciclista o pedone si azzardi a imboccarla.
E siccome a pensare male si fa peccato ... viene da pensare che il ritardo dell'apertura sia dovuto proprio a questo, la paura che i ciclisti ci si riversino in massa, attentando alla sacra circolazione auto-motoristica; non ci sono corsie ciclabili ma sempre meglio, meno peggio che due rampe di scale con la bici in spalla o tenuta a mano.
Insomma questo del cavalcavia della Macroisola, è un pessimo esempio di progettazione stradale, una macchia nera per una città come Venezia che pure sarebbe, nella sua terraferma, Mestre, Marghera ecc, forse la città più ciclabile d'Italia, a livelli quasi olandesi, ma con questo obbrobrio, non so proprio se meriti un tale riconoscimento.
Aprile 2023 Il 2023 inizia con il persistere delle forche caudine della stazione di Porto Marghera sempre accessibile solo con il saliscendi su scale niente affatto ciclabili. Nel dicembre 2022 sembravano conclusi i lavori per il cavalcavia stradale, ma i mesi passano e il passaggio resta impraticabile per la cancellata verso via Torino e vari altri sbarramenti, come quello della rampa sud che sboccherebbe davanti al Vega, visibile nella foto a destra e sarebbe il naturale proseguimento della ciclabile da via Torino, come era sulla vecchia rampa nord che finiva nella discesa nel sottopasso, murata nel 2018 come ricordato sopra.
Il cavalcavia offrirebbe una valida alternativa al sottopasso, ma a differenza di quanto veniva promesso nel piano paesaggistico, che prometteva passaggi ciclopedonali, è stato realizzato secondo una rigida visione che direi di ferreo suprematismo auto-motoristico. La corsia ciclabile da via Torino è stata decapitata e ora finisce contro un guard-rail, vedi foto a lato, tanto per evitare che qualche ciclista o pedone si azzardi a imboccarla.
E siccome a pensare male si fa peccato ... viene da pensare che il ritardo dell'apertura sia dovuto proprio a questo, la paura che i ciclisti ci si riversino in massa, attentando alla sacra circolazione auto-motoristica; non ci sono corsie ciclabili ma sempre meglio, meno peggio che due rampe di scale con la bici in spalla o tenuta a mano.
Insomma questo del cavalcavia della Macroisola, è un pessimo esempio di progettazione stradale, una macchia nera per una città come Venezia che pure sarebbe, nella sua terraferma, Mestre, Marghera ecc, forse la città più ciclabile d'Italia, a livelli quasi olandesi, ma con questo obbrobrio, non so proprio se meriti un tale riconoscimento.
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La ciclabile per Venezia è completa dalla stazione di Porto Marghera al bivio del Tronchetto. Altri progetti sarebbero utili a migliorare le connessioni ciclabili con la terraferma; ecco il mio libro dei sogni:
Il "della burocrazia" è ovviamente una mia aggiunta per contestualizzare la citazione di Schiller, che è la traduzione che si trova più spesso, dall'originale tedesco: Mit (der) Dummheit kämpfen Götter selbst vergebens; letteralmente in italiano sarebbe: "Contro la stupidità, gli dei stessi combattono invano".
Modo di dire romano per chi è costretto a fare un giro tortuoso molto più lungo del necessario.
L'origine di questa curiosa locuzione è ignota, ma circolano bufale come questa che a prima lettura può sembrare verosimile: Peppe sarebbe nientemeno che Giuseppe Garibaldi, che nel gennaio 1878 sarebbe venuto a Roma per presenziare ai funerali di Vittorio Emanuele II, e avrebbe seguito la carrozza reale che trasportava la salma; carrozza che seguiva un itinerario lungo e tortuoso per consentire alla popolazione di vedere la carrozza e rendere l'ultimo omaggio al re, in particolare fece due volte il giro della rotonda prima di fermarsi davanti al Panteon sempre con Garibaldi al seguito.
Storiella divertente ma senza alcun fondamento; dall'archivio del Corriere della Sera, gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò un telegramma di condoglianze al ministro guardasigilli Mancini, scusandosi di non poter essere presente al funerale per motivi di salute; al suo posto ci fu il figlio on. Menotti Garibaldi.
Divertente la storiella di Garibaldi che segue la carrozza reale con la salma di Vittorio Emanuele II. Temo però che non abbia alcun fondamento storico. Cercando nell'archivio del Corriere della Sera del gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò al ministro guardasigilli Mancini un telegramma di condoglianze scusandosi per non poter intervenire per motivi di salute e al suo posto venne il figlio Menotti Garibaldi. Peccato, la storiella era divertente, ma come capita spesso, era una bufala, nata chissà come.