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Cronistoria ciclabile per Venezia - 2021
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Attenzione questa è solo la cronistoria della ciclabile; per descrizioni e planimetrie fare clic sui link a destra.

Vega → Venezia
Venezia → Vega
Mestre → Venezia
Marghera → Venezia
Aeroporto → Venezia
Venezia → Mestre
Venezia → Marghera
Venezia → Aeroporto (lungo la laguna)
Venezia → Aeroporto (per via Vallenari)
Cronistoria di una ciclabile

Pagina di aggiornamenti sulla ciclabile per Venezia che, inaugurata nel settembre 2017, non può ancora dirsi completa, anche per la costruzione nel 2018 di un muro che ha chiuso l'accesso dalla rotonda di via Torino e costretto a una brutta deviazione fino al sottopassaggio della stazione di Porto Marghera.

Chi arriva a Venezia in bici deve essere informato che dal 2017 il comune di Venezia proibisce l'accesso delle bici nel centro storico di Venezia anche se condotte a mano, con un discutibile provvedimento, al quale dedico una pagina a parte.


Aggiornamenti, anno 2021
Continua nel 2022

30 novembre 2021 Si intravede finalmente lo sbocco della ciclopedonale lungo via Ticozzi: mi ero chiesto se sarebbe continuato a destra verso la rotonda e Forte Marghera, o a sinistra verso Mestre; e invece la ciclabile finisce lì, in un attraversamento di via Torino sulle strisce che sfocia poi sulla ciclabile che corre sotto gli edifici del campus scientifico dell'università. Per ora i lavori sono fermi, è stato aperto il varco a centro carreggiata.

Tutto sommato la soluzione più semplice e diretta; a prima vista sembra assurdo un attraversamento in questo punto a soli 50 metri da quello semaforico più a ovest; forse l'uno sostituirà l'altro che verrebbe smantellato? Intanto sono ripresi i lavori per il sottopassaggio della stazione di Porto Marghera, si intravede finalmente lo scavo della nuova galleria, e sono iniziati lavori lungo via Paganello per la ciclabile dalla stazione; vedremo se i lavori finiranno entro il 2022. Il sottopassaggio potrebbe essere l'ultimo ad essere completato.

Forse si concluderanno prima i lavori per il sovrappasso per la Macro-isola; c'è solo da sperare che anche qui ci sia un varco passabilmente ciclabile, in modo da avere le due opzioni insieme, sopra e sotto passaggio; soprattutto in estate quando arrivano sempre più cicloturisti, avere due opzioni è importante.


12 novembre 2021 Mentre i lavori per il sottopassaggio ciclabile di Porto Marghera segnano il passo, quelli per il nuovo sistema di rotatorie della Macroisola proseguono senza tregua; il viadotto della SR11 sopra la rotatoria bassa è già stato aperto al traffico, provisoriamente a giudicare dalle striscie gialle e presumibilmente per consentire i lavori sottostanti, vedi foto a lato.

Nella foto sono evidenziate 1) a destra, la ciclabile da via Torino che fino al 2018 scendeva direttamente nel sottopassaggio lungo una rampa poi demolita; 2) la piattaforma già in essere per la rotatoria alta; 3) la rampa, per ora c'è solo una fila di pilastri, che scende dalla rotatoria fin davanti al Vega.


3 novembre 2021 I lavori per il nuovo sottopassaggio della stazione di Porto Marghera sono fermi da alcune settimane; nell'ultimo tratto da via Paganello è stata eretta una ringhiera che sembra destinata a una lunga permanenza. Il passaggio è ora talmente stretto che se il ciclista si trova di fronte un'auto o peggio ancora un furgone non ha margini sufficienti per passare.

Quindi la deviazione provvisoria rischia di durare ancora a lungo, visti anche i precedenti di RFI. A questo punto è verosimile che si concludano prima i lavori per il nuovo sistema di sovrappasso stradale con due rotatorie, che viceversa proseguono a buon ritmo, e si può solo sperare che ci sia spazio anche per il passaggio dei ciclisti; l'ideale sarebbe che venisse salvata la corsia ciclabile lungo via Torino che ora finisce nella piattaforma alta e che venga prolungata sulla rampa, ora in costruzione, che finirà proprio davanti al Vega. Sarebbe la soluzione più semplice, ma per ora è solo un bel sogno.


20 luglio 2021 Sono iniziati lavori in via Ticozzi, e il cartello recita, letteralmente: “... lavori di PON Metro 2014-2020 collegamento tra la pista ciclabile di fronte Marghera stazione di Porto Marghera.”. Non molto chiaro, in particolare quel “fronte Marghera”. Forse un refuso per "forte Marghera"?

Sembra comunque che la deviazione provvisoria seguita alla chiusura della ciclabile sul viadotto, stia per diventare definitiva. I ciclisti per raggiungere la rotonda di via Torino e il forte Marghera, dovranno fare quello che a Roma si usa chiamare “il giro di Peppe appresso alla reale”. Non è chiaro poi come questa ciclabile si ricollegherà alla ciclabile di via Torino. Raggiungendo, verso sudest la rotonda, o verso nordovest la ciclabile lato sud che ora si conclude poco dopo il palazzo delle Poste? In entrambi i casi non si capisce bene dove verrebbe ricavata.


30 maggio 2021 Qualche considerazione generale dopo questa ennesima batosta, vera e propria barriera architettonica, sulla ciclabile per Venezia.

Dal settembre 2017 quando è stata inaugurata questa ciclabile è stata fruibile al 100% solo per pochi mesi; il percorso dopo la ciclabile di via Torino che passava sopra la stazione di Porto Marghera finiva con una discesa un po' ripida direttamente nel sottopassaggio che portava al Vega; soluzione che appariva poco felice, ma che ora appare anzi meravigliosa al confronto della situazione attuale! Infatti nel luglio 2018 fu murato l'accesso al sottopasso della stazione interrompendo il percorso ciclabile e imponendo una lunga e infelice deviazione sulla via Paganello, che ciclabile non è, poco trafficata ma stretta e percorsa da auto, furgoni, camion ed anche TIR. Un disastro che dura tuttora. Si disse che RFI intendeva realizzare una nuova meravigliosa stazione come quella di Venezia Mestre Ospedale, i lavori andarono avanti per qualche mese poi furono abbandonati, lasciando però la ciclabile spezzata in due in modo permanente. E ora questo ulteriore su e giù per le scale che triplica la barriera architettonica.

La soluzione più logica, economica e semplicissima sarebbe stata quella, accennata qui sotto nel primo post del 2021, di ripristinare un percorso il più possibile simile a quello originale che correva sulla rampa est dalla SR11 con affianco una ciclabile separata da guard-rail. Quella rampa è stata demolita, nell'ambito dei lavori per il nuovo collegamento con rotatoria alta (Macroisola), per spostare a nord la SR11 e realizzare una analoga rampa est a sud in discesa fino alla SR 11. Ci si sarebbe aspettati che questa rampa ospitasse ancora la ciclabile, cosa che avrebbe ripristinato il vecchio percorso in forma migliorata portando i ciclisti direttamente davanti al Vega senza più sottopassi. (vedi foto a lato)

E invece no, cercando di decifrare la piantina del progetto a lato (da un depliant elettorale che si presume attendibile) sembra proprio che la ciclabile sia stata eliminata e la rampa est che scende dalla rotatoria alta sembrerebbe a due corsie! Soluzione insolita, di solito queste rampe sono a corsia unica, e così lo spazio per una ciclabile ci sarebbe.

Oggi quel che resta della ciclabile da via Torino finisce nel vuoto dove sorgerà la rotatoria; basterebbe prolungarla di pochi metri a margine della rotatoria alta, fino alla rampa est (vedi mappa del progetto a lato, clic per vederla in grande), attraversarla e ricavare appunto una corsia ciclabile lungo la rampa, come quella che esisteva sulla demolita rampa a nord della SR 11. Nulla di straordinario, in giro per la regione ci sono decine di rotatorie che prevedono consimili attraversamenti ciclopedonali.

Insomma chi fa queste scelte di solito accampa motivazione tecniche, che in realtà sono politiche: in questo caso di privilegiare al 100% il traffico automobilistico anche a costo di eliminare un percorso ciclabile pre-esistente. Scelte che vanno a premiare e incentivare l'uso dell'auto, pervicacemente insistendo in questo infernale circolo a feedback positivo: più traffico → più corsie → più traffico → più corsie → ...

Detto in altri termini, al peggio non ci sono limiti: il culto della dea automobile è ormai la sola, vera religione di stato, in Italia soprattutto dove abbiamo il primato mondiale di numero di auto per abitanti, ma in misura variabile in tutto il mondo; e di fronte alla dea automobile ci si può solo genuflettere.


26 maggio 2021 Brutte notizie, anzi pessime, per la ciclabile da e per Venezia; il sottopassaggio della stazione di Porto Marghera era già il punto più disagevole del percorso; ora la scaletta di uscita con scivolo su via Paganello è stata chiusa e il ciclista deve portarsi la bici "a spalla" su una sola stretta scala fino al marciapiede per poi scendere per una nuova scalinata un po' più larga; il numero di scalini è grosso modo triplicato, un ulteriore ostacolo forse non tanto brutto per i ciclosportivi con bici da corsa superleggera, decisamente scomodo e pericoloso per ciclisti meno giovani e con bici più pesanti.


Da quel che sono riuscito a sapere sembra che i lavori andranno avanti per due anni e consisteranno nel realizzare un nuovo sottopassaggio più largo e, forse, più ciclabile. Che cosa voglia fare RFI non si capisce proprio; si era cominciato parlando di una nuova stazione più a nord con sottopassaggio anche ciclabile, perché allora interrompere il sottopasso esistente? Di fatto si vuol rendere definitiva questa sciagurata deviazione della ciclabile, che allunga parecchio il percorso correndo su due strade, via Paganello, e via Ticozzi (o non si sa bene per quali altre) per nulla ciclabili e molto malmesse. Di certo per non si sa quanti anni (due a voler credere ai tempi di RFI che non li rispetta quasi mai) sono in vista disagi sempre più pesanti per chi va e viene da Venezia in bici.


28 aprile 2021 È de facto aperta al transito la ciclabile sulla gronda lagunare tra la diga/idrovora e Tessera; sono state infatti spostate in modo permanente le transenne ai due accessi (nella foto accanto l'accesso da Tessera); ora questo tratto diventa quello migliore di tutto il percorso San Giuliano-Tessera: il primo tratto San Giuliano-Passo di Campalto è su sterrato che dopo le piogge si trasforma in uno slalom tra le pozzanghere; il secondo fino all'altezza del cimitero di Campalto e sempre su sterrato migliore nel primo pezzo, più stretto nel secondo; il terzo tratto fino all'idrovora è il peggiore, corre su un viottolo sconnesso tra l'erba, e sembra che ci siano problemi per sistemarlo.


21 marzo 2021 Appare praticamente completata, ma ancora transennata, la ciclabile sulla gronda lagunare tra la diga e Tessera; fondo con pavimentazione tipo biostrasse, e questa è la buona notizia; la cattiva è che non si vede purtroppo traccia di lavori per il tratto rimanente tra il cimitero di Campalto e la diga, tuttora allo stato di sentiero erboso sconnesso. Sembra che i lavori per questa ciclabile da San Giuliano a Tessera procedano come nel paradosso di Zenone: ogni volta si completa la metà del tratto rimanente!! E insomma ne avanza sempre un bel pezzo!


16 Gennaio 2021 Una buona notizia correlata ai collegamenti ciclabili da e per Venezia: sono in corso i lavori per realizzare un percorso ciclopedonale tra Tessera (forte Bazzera) e Campalto, percorso che correva sull'argine lagunare su un sentiero erboso piuttosto accidentato, più adatto al mountain bike che al cicloturismo; il tratto fra Tessera e la diga è quasi ultimato con il terrapieno e la sede già pronta; non so se si intenda lasciare il fondo sterrato o pavimentarlo in qualche modo, asfalto, biostrasse o altro. L'altro tratto tra la diga e la già esistente ciclabile da passo Campalto dovrebbe seguire.

Il tutto dovrebbe essere ultimato a breve, secondo il cartello dei lavori entro febbraio 2021. Richiesto anche con grandi striscioni dai residenti locali come alternativa ciclabile alla assai poco ciclabile via Orlanda, si inserisce nel percorso cicloturistico sulla gronda lagunare e servirà anche per un collegamento ciclabile tra Venezia e l'aeroporto. Non sembra un caso che il progetto sia finanziato da SaVe la società che gestisce gli aeroporti di Venezia. Basterebbe poi un ponticello sul canale scolmatore per arrivare direttamente alla darsena del terminal acqueo.


Gennaio 2021 Il 2021 comincia con il cantiere ancora aperto per il nuovo collegamento stradale tra via Torino e la cosiddetta Macro-isola di Marghera, e i lavori andranno avanti fino al 2022. Si spera che a fine lavori sia ripristinata la ciclabile visibile sulla sinistra nella foto che portava sul cavalcaferrovia e poi per una rampa in discesa nel sottopassaggio della stazione; ora quella rampa è stata demolita e la ciclabile dovrebbe sboccare sulla rotonda sopraelevata dalla quale si diramerà una rampa a sud in discesa verso via Pacinotti. Il progetto che ho trovato in rete accenna anche a percorsi ciclopedonali ed è auspicabile che su questa rampa sia prevista anche una corsia ciclopedonale, come quella che esisteva sulla rampa demolita. Questo risolverebbe il nodo del sottopassaggio della stazione.


Continua dalla pagina → Anno 2020


Libro dei sogni

La ciclabile per Venezia è completa dalla stazione di Porto Marghera al bivio del Tronchetto. Altri progetti sarebbero utili a migliorare le connessioni ciclabili con la terraferma; ecco il mio libro dei sogni:

  1. Collegamento ciclabile tra il Vega e Marghera: ora come ora assai poco ciclabile; venendo da Venezia, dopo il Vega si può continuare lungo la ferrovia fino a un passaggio a livello su una strada lungo la Fincantieri assai poco ciclabile, senso unico, con lato sinistro occupato da auto parcheggiate e lato destro in cattive condizioni. Venendo da Marghera si deve salire il cavalcaferrovia di via del Commercio, e poi scendere lungo la SR 11 fino a trovare sulla destra una ciclabile piuttosto malmessa fino al Vega; attualmente attraversa il cantiere per la nuova rotatoria, cosa che costringe a fare qualche pezzo a piedi.
  2. Ciclabile lato sud (lato statale): ormai è stata realizzata, resta il problema del marciapiede sul ponte che è un po' troppo stretto per una ciclabile a doppio senso, cosa che risulta tanto più evidente con l'aumento del traffico di ciclisti, pedoni e podisti. Ideale sarebbe prolungare la passerella lungo tutto il ponte lasciando il vecchio marciapiede alla sua funzione originaria, ai pedoni. Un prolungamento di 170 m è stato completato nel giugno 2020. Il resto è ancora nel libro dei sogni.
  3. Ciclabile lato nord (lato ferrovia): dal parco di San Giuliano ben collegato con il centro di Mestre, un ponte ciclabile sul canale potrebbe portare sul terreno a nord della ferrovia, da dove si potrebbe imboccare una passerella sulla laguna o appesa al ponte che porti diritto alla zona universitaria di San Giobbe e alla stazione di Santa Lucia. Soluzione ottima, ma sicuramente costosa e per ora appunto solo un bel sogno.

Collegamenti e fonti

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Il "della burocrazia" è ovviamente una mia aggiunta per contestualizzare la citazione di Schiller, che è la traduzione che si trova più spesso, dall'originale tedesco: Mit (der) Dummheit kämpfen Götter selbst vergebens; letteralmente in italiano sarebbe: "Contro la stupidità, gli dei stessi combattono invano".

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Modo di dire romano per chi è costretto a fare un giro tortuoso molto più lungo del necessario.

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L'origine di questa curiosa locuzione è ignota, ma circolano bufale come questa che a prima lettura può sembrare verosimile: Peppe sarebbe nientemeno che Giuseppe Garibaldi, che nel gennaio 1878 sarebbe venuto a Roma per presenziare ai funerali di Vittorio Emanuele II, e avrebbe seguito la carrozza reale che trasportava la salma; carrozza che seguiva un itinerario lungo e tortuoso per consentire alla popolazione di vedere la carrozza e rendere l'ultimo omaggio al re, in particolare fece due volte il giro della rotonda prima di fermarsi davanti al Panteon sempre con Garibaldi al seguito.

Storiella divertente ma senza alcun fondamento; dall'archivio del Corriere della Sera, gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò un telegramma di condoglianze al ministro guardasigilli Mancini, scusandosi di non poter essere presente al funerale per motivi di salute; al suo posto ci fu il figlio on. Menotti Garibaldi.

Divertente la storiella di Garibaldi che segue la carrozza reale con la salma di Vittorio Emanuele II. Temo però che non abbia alcun fondamento storico. Cercando nell'archivio del Corriere della Sera del gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò al ministro guardasigilli Mancini un telegramma di condoglianze scusandosi per non poter intervenire per motivi di salute e al suo posto venne il figlio Menotti Garibaldi. Peccato, la storiella era divertente, ma come capita spesso, era una bufala, nata chissà come.