Ciclabile di confine, così ho intitolato questa pagina e per diversi motivi: oggi ciclabile di un confine ormai interno all'Unione Europea, tra Italia e Slovenia, ma anche ciclabile che corre lungo i vecchi confini della Serenissima passando per la città fortezza di Palmanova e sconfinando in territori che per secoli furono asburgici; e infine ciclabile che nell'ultimo tratto corre lungo la vecchia cortina di ferro, che nel dopoguerra divideva Italia da Jugoslavia e la stessa città di Gorizia, per molti anni simile a una piccola Berlino.
Luogo di partenza la stazione di S.Giorgio di Nogaro sulla linea Venezia-Trieste; usciti dalla stazione si imbocca il sottopasso sulla destra e si prosegue fino alla strada per Cornia che si attraversa; si passa il paese di Villanova e si prosegue per Torviscosa un curioso esempio di villaggio residenziale costruito accanto agli impianti industriali.
Superata Torviscosa si gira a sinistra, si sovrappassa la ferrovia, si attraversa la statale e si prosegue per un lungo rettilineo fino a Bagnaria Arsa; subito dopo questo paese una strada sulla sinistra porta a Palmanova dopo aver sottopassato un'autostrada. A Palmanova si entra dalla porta meridionale.
A Palmanova si può percorrere la strada sterrata che corre intorno alle mura, oppure entrare nel centro fino alla grande piazza esagonale che ne è il centro.
Dopo Palmanova l'itinerario può coincidere con quello con partenza da Codroipo. In alternativa descriviamo qui un percorso che, con qualche tratto di sterrato, arriva a Gorizia dalla Slovenia, percorrendo la ciclabile del confine.
Si esce da Palmanova dalla porta Cividale (Nord Est); si tira dritto fino al paese di Ialmicco; dal centro del paese si gira a destra per la piazza Vittoria e di qui si prende la strada sulla sinistra per San Vito al Torre che diventa quasi subito sterrata. Il fondo è abbastanza buono con un po' di ghiaia e attraversando campi agricoli ci porta al paese di San Vito al Torre dove ritroviamo la strada asfaltata.
A San Vito si gira a destra fino a raggiungere la Statale 252 per Gorizia; la strada, per lo meno alla domenica, è relativamente tranquilla e seguendola raggiungiamo il paese di Romans d'Isonzo; di qui si prende la Statale 352 che dopo aver sottopassato un raccordo autostradale prende il nome di via Roma; subito dopo sulla destra troviamo la via Papalina che ci porta diritto alla piazza Unità centro di Gradisca d'Isonzo bel borgo sul fiume che fu teatro di battaglie nella Prima Guerra Mondiale.
Dalla piazza si prende la via del San Michele che ci porta a un ponte di metallo sull'Isonzo poco frequentato; passato l'Isonzo si gira a sinistra sulla via IV novembre seguendo le indicazioni per Gorizia. La strada è relativamente poco trafficata e corre avendo l'Isonzo a sinistra e le colline del Monte San Michele a destra. Dopo le colline sulla destra alcune strade conducono verso il confine. Una prima possibilità è di girare per Rubbia e Peci, confluire sulla trafficata Statale 55 che collega Trieste con Gorizia, percorrerne alcune centinaia di metri e quindi girare a destra per Miren. Qui si passa il vecchio posto di confine italo-sloveno e si trova a sinistra una strada per Gorizia/Nova Gorica.
Dopo pochi metri una freccia a sinistra indica l'inizio della pista ciclabile lungo il confine. La strada è sterrata e corre tra i campi fino a un piazzaletto intorno a una torre della vecchia cortina di ferro. Un cartello in quattro lingue ricorda la storia del confine dal 1947 quando entrò in vigore il nuovo confine italo-jugoslavo al 2004 quando la Slovenia entrò nell'Unione Europea.
Finito il tratto sterrato si torna su strada normale ma abbastanza tranquilla e si arriva a Šempeter pri Gorici (San Pietro di Gorizia) dove su un largo piazzale una rampa conduce alla pista ciclabile che corre tra la ferrovia e il confine con l'Italia. La pista si conclude poco prima della stazione Transalpina. Questo piazzale diviso in due dal confine è stato per decenni il simbolo della divisione di Gorizia, quasi una piccola porta di Brandeburgo. Ora al posto del reticolato c'è una rotonda con al centro un'iscrizione commemorativa, che consente il passaggio a pedoni e ciclisti.
La stazione di Gorizia Transalpina è gestita dalle ferrovie Slovene e non è connessa alla rete ferroviaria italiana. Per rientrare occorre raggiungere la stazione italiana di Gorizia, circa 3 km a sud.