Un itinerario di confine, ciclabile nella parte slovena, molto meno in quella italiana, ci porta da Trieste a Capodistria (Koper) e a Isola d'Istria (Izola) con ritorno a Trieste.
Luogo di partenza la stazione FS di Trieste, dove oggi finisce la linea ferroviaria da Venezia. Sul piazzale della stazione al centro dei giardini un monumento all'imperatrice Elisabetta (popolarmente conosciuta come la "Sissi") ci ricorda le radici asburgiche di questa città che fu per secoli lo sbocco al mare e principale porto dell'impero austriaco.
Per raggiungere il confine la strada più breve è quella che attraversa la città, prima come via Carducci poi come via D'Annunzio. Si sale leggermente fino a un tunnel; passato questo si scende costeggiando il porto e il Palatrieste fino al paese di Aquilinia. Qui conviene evitare il tunnel che sottopassa il paese, tenere la destra e poi girare subito a sinistra salendo e poi scendendo verso la dogana di Rabuiese. Questo primo tratto di strada è infestato dal traffico motoristico e occorre tenere sempre viva l'attenzione alla strada. Trieste mi è sembrata una delle città meno ciclabili che conosca; nessuna traccia di piste ciclabili, nessuna indicazione per il ciclista.
Un'alternativa per evitare l'attraversamento di Trieste che mi è stata segnalata ma non ho ancora provato di persona: dalla stazione uscire sulla destra e portarsi sul lungomare fino al molo della Pescheria; di qui prendere la motonave della Trieste-Trasporti per Muggia. In mezzora si arriva a Muggia da dove in pochi km si raggiunge la dogana di Rabuiese.(*)
Un itinerario ciclabile lo si trova subito dopo il confine: un cartello blu segnala l'itinerario D-8 per Skofije. Mentre il traffico motorizzato viene indirizzato su un'autostrada, il ciclista può quindi seguire la vecchia e tranquilla strada che sale fino al paese di Skofije (75m) per poi scendere verso la baia di Capodistria; da questa strada si godono vasti panorami prima sul golfo di Trieste, poi sul porto di Capodistria.
Seguendo le indicazioni dell'itinerario D-8 si raggiunge con qualche saliscendi il paese di Bertoki (Bertocchi) e quindi la periferia di Capodistria e il suo lungomare.
Capodistria (dal latino Caput Istriae) fu per cinque secoli veneziana e poi per un secolo austriaca; dal 1991 fa parte della repubblica Slovena con il nome di Koper; l'impronta veneziana è ancora evidente nel suo centro storico, e in particolare nella centrale piazza Tito, con il palazzo pretorio dove risiedeva il podestà e di fronte a questo la loggia; gli altri lati della piazza sono occupati dalla cattedrale con un bel campanile e dal palazzo dell'Università.
Dal lungomare di Capodistria la ciclabile D-8 continua lungo il mare, stretta tra la strada principale e le rocce sul mare; in 6 km si raggiunge il paese di Isola d'Istria, un piccolo paese arroccato su una collinetta sul mare. Peccato che oggi il paese sia quasi nascosto dalle navi e dalle attrezzature del porto.
Al ritorno si può seguire la stessa strada dell'andata, fino a Capodistria e alla dogana di Rabuiese; se avanza il tempo, si può fare il giro della penisola di Ancarano e Muggia e ritrovare l'itinerario dell'andata ad Aquilinia.