Alla fine dell'Ottocento su richiesta delle popolazioni dell'Istria occidentale, zona molto povera di collegamenti, il governo austro-ungarico avviò il progetto di una ferrovia da Trieste a Parenzo. Il progetto fu realizzato in economia utilizzando uno scartamento ridotto, su un percorso tortuoso tra i colli della regione. La partenza era dalla stazione Campo Marzio di Trieste che allora gestiva i collegamenti ferroviari con l'Istria.
Una ferrovia che non ebbe molta fortuna: sin dall'inizio fu criticata per la velocità bassa (25-30 km/h); dopo la Grande Guerra passò all'Italia che la gestì fino al 1934 quando fu dismessa per i costi di gestione elevati e sostituita da una linea di autobus. Dopo la II guerra mondiale, con il passaggio dell'Istria alla Jugoslavia, anche la stazione di Trieste Campo Marzio fu chiusa e utilizzata solo per servizio merci.
Negli ultimi anni sul suo tracciato è stata realizzata una pista ciclabile detta Parenzana ad opera delle amministrazioni slovene e croate, e solo in minima parte in territorio italiano.
La prima parte è quella che da Trieste (o meglio Muggia) porta a Portorose; corre in buona parte su pista ciclabile riservata per il resto su strade locali per lo più poco trafficate. Il tracciato ricalca in buona parte quello della ferrovia tortuoso e con saliscendi. Alla fine si incontra un tunnel di 500 m che porta direttamente nell'abitato di Portorose.