Probabilmente il principale male dovuto alla proprietà privata dell'automobile è questo del furto di spazio.
L'idea che alcuni trovarono rivoluzionaria e che si è rivelata infernale è quella di dare un'automobile privata a tutti o quasi gli esseri umani. Conseguenze catastrofiche:
Piani antitraffico, semafori intelligenti, zone verdi, blu, gialle ... tanti palliativi, spacciati per farmaci miracolosi, non hanno risolto assolutamente nulla; semplicemente ci si è assuefatti a questa situazione, salvo poi lamentarsi del traffico o delle difficoltà di parcheggiare, avendo completamente dimenticato, rimosso la causa prima di tutto questo: l'auto privata.
Peggio ancora in diversi paesi, sicuramente USA e Italia, si sono varate leggi che impongono la costruzione di parcheggi intorno a supermercati, centri commerciali e persino condomini. Leggi che hanno di fatto incoraggiato e premiato l'uso dell'auto, incrementato a dismisura il traffico e le aree dedicate a parcheggio, rubando sempre più spazio all'ambiente e deturpando il paesaggio. Definire sciagurati e criminali simili provvedimenti è ancora poco.
La soluzione del problema sarebbe quella sognata da E.J. Mishan: abolire proprietà ed uso privato dell'auto, usare solo mezzi pubblici, bus, taxi, treni che occupano in proporzione molto meno spazio per persona e che oltretutto sono in uso e in movimento per una percentuale di tempo molto maggiore (per il resto in deposito) e dunque riducono al minimo lo spreco di spazio. E naturalmente per brevi distanze usare la bicicletta o ... il cavallo di San Francesco, con il minimo di ingombro.
Paradossalmente un simile scenario, che farà impallidire i fanatici dell'auto, è stato recentemente prospettato da Bob Lutz, ex dirigente della più grande industria automobilistica americana.
L'idea non è proprio nuova, ed è già stata ventilata partendo dalla sperimentazione Google, e non solo Google, di auto a guida automatica e dalla crescita di sistemi informatizzati di autonoleggio/taxi come Uber(*).
Il sistema si baserebbe sui cosiddetti moduli standardizzati(*) in pratica taxi a guida automatica, grandi o piccoli, individuali o collettivi; questi moduli sarebbero in circolazione quasi continua gestiti da un enorme sistema informatizzato. Funzionerebbe un po' come un ascensore, ma a molte dimensioni: l'utente che ha necessità di andare dal luogo A al luogo B, più o meno lontano, farebbe una chiamata, il sistema troverebbe un modulo disponibile nei paraggi, all'arrivo l'utente premerebbe qualche pulsante per scegliere la destinazione e pagherebbe con bancomat o altro sistema automatico, e il modulo lo porterebbe automaticamente a destinazione; un modulo individuale equivarrebbe a un taxi, ma avrebbe costi minori non essendoci un autista da retribuire; un modulo collettivo potrebbe fermarsi lungo il percorso a caricare altri utenti che debbano percorrere un tragitto almeno in parte coincidente; sarebbe l'equivalente di un minibus a percorso variabile, di costo ovviamente inferiore al precedente. Sulle linee ad alta velocità, autostrade(*) o ferrovie o altro(*), più moduli verrebbero agganciati in un treno.
Nel novembre 2017, Bob Lutz, il già citato 85-enne ex dirigente della General Motors (il gran nemico ...) ha scritto un articolo sulla rivista Automotive News, prevedendo che tra vent'anni le auto saranno tutte e guida automatica, sarà inevitabilmente proibita la guida ai privati, e probabilmente ben pochi possiederanno ancora un modulo/auto privato (Everyone will have 5 years to get their car off the road or sell it for scrap=ognuno avrà 5 anni per togliere la sua auto dalla strada o venderla come rottame), un po' come oggi i cavalli, uno sfizio che solo qualche riccone potrà continuare a coltivare nelle sue proprietà, mentre la mobilità sarà assicurata da sistemi come quello descritto sopra.
Che dire di un simile scenario? Pro e contro:
C'è però anche qualche aspetto problematico: a) l'introduzione di un tale sistema potrebbe incontrare l'opposizione di quelli che gli piace guidare e starebbero male all'idea di non avere più un'auto propria sotto casa (una simile genia esiste ...); b) l'industria automobilistica è una delle lobby più potenti; già nel 2008 la General Motors era sull'orlo del fallimento e riuscì a farsi salvare con il pubblico denaro; ora di fronte alla prospettiva di un drastico calo delle vendite, potrebbe forzare le cose per salvare la proprietà privata dei moduli/auto vanificando i su-elencati aspetti positivi; c) un simile sistema avrebbe difficoltà a convivere con veicoli a guida umana, di qui la prospettata necessità di proibirli; sulle linee ad alta velocità saranno inevitabilmente ammessi solo i moduli standard, ma cosa succederà sulle altre strade, in campagna, in montagna, nelle città?
Che spazio resterà per ciclisti e pedoni? Non vorrei venissero spazzati via anche loro per non intralciare la circolazione dei moduli a guida automatica.
C'è insomma da sperare che sopravviva anzi sia ampliata la rete dei percorsi ciclo-pedonali o greenways; la bicicletta resta di gran lunga il veicolo che occupa meno spazio e consuma meno energia.
Superfluo aggiungere che simili previsioni futuristiche sono sempre azzardate sia per i tempi (20 anni? ... la cifra va presa con beneficio d'inventario) sia per il progetto, la storia dell'uomo è piena di meravigliosi progetti futuri rimasti nel libro dei sogni; la fine dell'era delle automobili era già stata annunciata dopo la grande crisi petrolifera del 1973, ci fu una crisi ma poi l'egemonia automobilistica recidivò peggio di prima; certo la previsione di Lutz è più credibile venendo da un uomo del partito dell'automobile, ed essendo basata su tecnologie in buona parte già esistenti o in avanzato sviluppo; esistono già treni e metropolitane a guida automatica, che però richiedono un'infrastruttura (stazioni) ad hoc; esistono già da anni veicoli aerei e terrestri senza pilota umano, come i droni e i rover che riescono a muoversi autonomamente persino su una superficie accidentata e sconosciuta come quella di Marte (senza problemi di traffico però!!).
In diverse città Amsterdam, Helsinki, Lione, Parigi, Singapore, Sion, Stoccolma e altre, sono già in sperimentazione minibus senza guidatore, per ora solo su brevi percorsi in zone a traffico limitato. Percorsi ridicoli, che si possono fare benissimo a piedi o in bici, ma è solo l'inizio.
Decisamente più ambizioso il progetto giapponese SBDrive, un bus driverless in aree rurali poco popolate, per riattivare linee di bus dismesse per motivi economici. Un video dà un'efficace idea del progetto, che si vorrebbe operativo già dal 2020.
Insomma la tecnologia driverless c'è già e viene già utilizzata sia pur limitatamente; se sarà usata in modo virtuoso puntando sul servizio pubblico apporterà notevoli benefici; se sarà usata in modo vizioso continuando a privilegiare la proprietà privata dei veicoli a motore, c'è da temere una devastazione dell'ambiente come prima, peggio di prima.
Chi vivrà vedrà.